I PERCHE’ DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
Dopo l’attentato a Nizza il 17 luglio 2016 il Corriere della sera scriveva: “Attentato di Nizza, quei legami tra jihadismo e follia. L’analisi francese sui foreign fighters dice che uno su dieci è schizofrenico.” Ma è vero questo? Perchè le persone sono aggressive? I malati mentali sono automaticamente aggressivi? Dobbiamo avere paura di loro?
L’aggressività è la reazione emotiva più studiata da parte degli psicologi probabilmente per il suo significativo impatto sociale. Se volessimo definire il termine aggressività dal punto di vista etimologico, possiamo dire che proviene dal latino ad gradior, che significa andare verso, muoversi avanti. Nella psicologia viene connesso anche alla capacità della persona di usare le proprie energie nel modo corretto, funzionale, diretto a raggiungere i propri obiettivi. Nella psicoanalisi e nella psichiatria l’aggressività viene definita come comportamento volto all’etero o all’autodistruzione, oppure all’autoaffermazione. Aggredire qualcuno significa violare lo spazio privato fisico o mentale dell’altro senza il suo permesso. Questi due concetti vengono accomunati dalla presenza di competizione e l’instaurazione del predominio e di sottomissione di quelli che sono percepiti come rivali.
L’aggressività può essere non solo fisica ma anche psicologica e manifestarsi anche nella forma verbale. E’ molto probabile che la forma verbale dell’aggressività precede quella fisica come in un’escalation.
Il comportamento aggressivo fa parte delle reazioni emotive primarie, primitive, ha le radici nell’evoluzione dell’uomo, ed è funzionale per la sopravvivenza della specie. Secondo Konrad Lorenz l’aggressività è definita come la pulsione combattiva diretta contro i membri della stessa specie, tanto negli animali quanto nell’uomo. Esistono diversi tipi di aggressività adattiva o disadattiva tra cui: materna per la difesa della propria prole, territoriale per la salvaguardia del territorio, sessuale, competitiva intraspecifica, per frustrazione e irritativa. Nel 1870 Lombroso credeva che l’aggressività nelle persone fosse innata e che fosse determinata da certe caratteristiche fisiche stabili delle persone con la tendenza alla violenza, come la forma del cranio, della mandibola, degli occhi, dell’arco sopraccigliare. Secondo la teoria psicoanalitica di Freud, l’aggressività è una pulsione e appartiene al mondo degli istinti, invece per Bandura e altri esponenti della scuola cognitivista è una reazione socialmente appresa.
A fronte di diverse teorie sull’aggressività e sulle sue origini, oggi possiamo essere certi che si tratta di un’emozione le cui cause sono multidimensionali. L’origine dell’aggressività nell’uomo è nella genetica, nella personalità, nei disordini cognitivi, traumi nella storia della persona, una particolare sensibilità verso stimoli esterni, influenza sociale e culturale e l’uso di sostanze stupefacenti. Uno degli importanti studi, McArthur Violence Risk Assessment, effettuato tra il 1992 e il 1995 ha dimostrato che i pazienti psichiatrici non sono più aggressivi rispetto al resto della popolazione. Diverse altre ricerche hanno provato che un disturbo mentale come la schizofrenia non è sufficiente da solo per generare l’aggressività della persona. Nell’insorgenza della violenza nelle persone con disturbi mentali concorrono altri fattori tra i quali sono significativi il disturbo di personalità borderline o disturbo antisociale di personalità e abuso di sostanze o alcol. Infatti, il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da problematiche interpersonali e dell’identità, disturbi affettivi incluse le tendenze suicidarie, impulsività, disregolazione affettiva (instabilità affettiva, rabbia, paura di abbandono). Invece il disturbo antisociale della personalità è caratterizzato dall’assenza d’ansia, dal distacco a livello cognitivo ed emotivo, dal distacco sociale, dalla povertà emotiva, dalla mancanza di senso di colpa e di empatia, dall’incapacità di vivere relazioni intime e dalla mancanza di insight.
Per quanto riguarda il genere, l’aggressività è presente più negli uomini e soprattutto nella giovane età, il che può essere spiegato con l’influenza dei livelli più alti di testosterone. Nonostante questi dati non possiamo escludere l’aggressività neanche nel sesso femminile.
Come si può osservare da questo breve riassunto, i fattori che influenzano i comportamenti aggressivi sono multipli. E’ semplicistico e scorretto associare la malattia mentale all’aggressività. Diffondendo le informazioni del genere si rischia di stigmatizzare e di emarginare chi ne è portatore.
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