COMPRENDERE LO STRESS LAVORO–CORRELATO
Comprendere lo stress lavoro-correlato.
E’ passato molto tempo da quando Elton Mayo ha effettuato le sue ricerche presso gli stabilimenti di Hawthorn della Western Electric di Chicago e si è reso conto, di quanto la produttività di un’azienda è influenzata dal benessere dei suoi lavoratori. Quella è stata la prima volta in cui ai lavoratori è stato chiesto, se erano soddisfati del lavoro (Berry, 1998). Da allora la psicologia del lavoro ha avuto un enorme sviluppo.
Da tempo vengono studiate le variabili che influenzano il buon funzionamento delle organizzazioni. Una delle variabili che influenzano il lavoro e il benessere dei lavoratori in senso negativo è lo stress. La psicologia del lavoro dedica molta attenzione alle varie forme dello stress lavoro correlato, alle cause e alle sue conseguenze. Soprattutto negli ultimi 20 anni la ricerca ha individuato gli aspetti del lavoro che possono dare luogo o sono associati alle esperienze dello stress (Donaldson-Feilder, Yarker & Lewis, 2011).
Lo stress da lavoro è al centro dell’attenzione non solo della psicologia applicata, ma anche della politica, anche in ragione dei costi che comporta sia per gli individui, sia per le organizzazioni, sia per la società nel suo complesso.
Come cause dello stress lavoro correlato si possono considerare questi aspetti:
- Richieste: caratteristiche del lavoro, carico di lavoro, le pratiche, l’ambiente;
- Controllo: la misura in cui le persone possono decidere le modalità dello svolgimento del lavoro;
- Supporto: si tratta di risorse fornite dall’organizzazione, dai manager e dai colleghi;
- Relazioni: presenza o mancanza di conflitti, mobbing;
- Ruolo: il livello di comprensione del proprio ruolo nell’organizzazione;
- Cambiamento: la misura in cui il cambiamento nell’organizzazione viene gestito efficacemente;
- Sviluppo di carriera: le modalità con cui l’organizzazione fornisce opportunità di promozione, sviluppo delle competenze e sicurezza del lavoro;
- Interfaccia lavoro – casa: la misura in cui gli individui sono in grado di conciliare le esigenze di questi due domini.
La parola “ stress” veniva usata per la prima volta da Selye in un suo articolo nel 1936 per indicare una condizione definita “sindrome generale di adattamento” che permette all’organismo di adattarsi alle sollecitazioni esterne; “stressore” con il termine si indica il fattore ambientale che spinge l’organismo ad adattarsi. Il termine “stress” indica una reazione di adattamento fisico, mentale ed emozionale a stimoli provenienti dall’ambiente. E’ una risposta necessaria dell’organismo per poter mantenere il proprio equilibrio. In questo processo, cruciale è la valutazione soggettiva della persona che è diversa da persona a persona (Falco, 2012).
Secondo Selye (1976), se le sollecitazioni dell’ambiente sono proporzionate alle capacità della persona, il risultato della risposta è stress positivo – eustress. Se invece si verificano due condizioni: la sollecitazione eccede le capacità di risposta della persona (per intensità istantanea più acuta o per prolungate contrarietà e frustrazioni) oppure la sollecitazione è troppo povera e fa sperimentare noia e monotonia, inibendo le normali esigenze di attivazione, lo stress risulta distruttivo – distress (Sarchielli, 2003).
Esistono diversi approcci riguardo allo stress, divisibili in tre categorie:
– tecnico
– fisiologico
– psicologico.
L’approccio tecnico enfatizza il ruolo dell’ambiente esterno come fattore determinante dell’esperienza di stress. L’approccio fisiologico cerca di spiegare lo stress in termini di effetti soprattutto fisiologici. L’approccio psicologico è incentrato sulle variabili individuali e considera lo stress come “interazione dinamica tra la persona e l’ambiente”. Nell’ambito dell’approccio psicologico si riscontrano due prospettive: interazionale e transazionale. L’una è incentrata sulle caratteristiche strutturali dell’interazione di una persona con l’ambiente, mentre l’altra si riferisce soprattutto ai meccanismi psicologici che sono alla base dell’interazione. Fra i principali modelli interazionali c’è il Person – Environment Fit di French, Caplan e Van Harrison (1982) e il Job Demand – Control di Karasek (1979). I modelli transazionali sono considerati un’evoluzione o un’integrazione di quelli interazionali.
Lo stress è una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica e sociale. Lo stress non è una malattia ma una situazione di prolungata tensione che può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute (De Carlo, 2012). La forma estrema dello stress lavoro correlato è il burnout.
BIBLIOGRAFIA
- Berry, L. M. (2009). Psychologia v praci. Pegas, Praha.*
- De Carlo, N. (2012). Nuovi codici del lavoro, stress lavoro- correlato e management positivo in N. De Carlo & M. Nonnis (a cura di), Nuovi codici del lavoro. Contributi per la salute e il benessere nelle organizzazioni. Padova: TPM Edizioni, 13-27.*
- Donaldson-. Feilder, E., Yarker, J. & Lewis, R. (2013). Prevenire lo stress lavoro – correlato. Come diventare manager positivi. Milano: Franco Angeli.*
- Falco, A. (2012). Metodologie e strumenti per la valutazione del rischio stress lavoro- correlate in N. De Carlo & M. Nonnis (a cura di), Nuovi codici del lavoro. Contributi per la salute e il benessere nelle organizzazioni. TPM Edizioni, 27- 45.*
- Sarchielli, G. (2003). Psicologia del lavoro. Bologna: Mulino/ Manuali.*