7 STEP PER AFFRONTARE LO STRESS
“Lo stress è il «sale della vita». Dato che lo stress è associato a tutti i tipi di attività, potremmo evitare una buona parte soltanto non facendo mai niente.
Chi si goderebbe una vita senza corse, senza successi, senza errori?…”
(Selye H., 1974)
Bastano soltanto 7 step per affrontare lo stress nella maniera efficace e migliorare così il proprio benessere. Ci capita spesso sentire lamentele come: ”Quanto sono esausto…”, “Che stress… non c’è la faccio più… Come affrontarlo?…”
In realtà, si tratta di una condizione dell’organismo, una sua risposta ordinaria alle richieste del mondo esterno. Secondo Selye (1936) la parola stress indica una “sindrome generale di adattamento” che permette all’organismo di adattarsi alle sollecitazioni esterne, “stressors”. Indica una reazione di adattamento fisico, mentale ed emozionale a stimoli provenienti dall’ambiente.
Lo stress è necessariamente negativo?
Al contrario, può essere positivo, spingerci ad agire, può essere motivante a superare ostacoli. Secondo Selye (1976), finché le sollecitazioni dell’ambiente sono proporzionate alle capacità della persona, il risultato della risposta è stress positivo – eustress. Se invece si verificano due condizioni: la sollecitazione eccede le capacità di risposta della persona (per intensità istantanea più acuta o per prolungate contrarietà e frustrazioni) oppure la sollecitazione è troppo povera e fa sperimentare noia e monotonia, inibendo le normali esigenze di attivazione, lo stress risulta distruttivo – distress (Sarchielli, 2003).
La curva che rappresenta il rapporto tra i livelli di stress e le prestazioni mentali come apprendimento e la capacità di prendere decisioni ha la forma di una U rovesciata.
Cosa succede al livello fisiologico?
Nei sistemi coinvolti, ipotalamo, ipofisi, surrene, ossia nel sistema simpatico e surrenale, viene prodotto l’ormone ACTH.
Il sistema simpatico libera adrenalina e la secrezione surrenale noradrenalina, rendendo durevole la risposta.
Per le reazioni cerebrali e muscolari l’adrenalina deve usare un enzima detto glicogeno, immagazzinato nel fegato; questa accelera la frequenza cardiaca e respiratoria, aumenta la pressione arteriosa, la vasocostrizione della cute, la vasodilatazione muscolare, fa dilatare le pupille e aumenta la conduttanza cutanea. Il tutto per esaltare la capacità reattiva dell’organismo.
Studi recenti dimostrano che tali circuiti sono implicati anche nella modulazione delle difese immunitarie, nelle inibizioni delle reazioni infiammatorie. Inoltre sottolineano il coinvolgimento dello stress nella produzione degli anticorpi e del funzionamento del sistema endocrino e del sistema di attivazione dei centri cognitive ed emotivi del cervello. Per queste ragioni lo stress cronico può diventare dannoso.
Le conseguenze dello stress cronico:
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Patologie da stress:
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– disturbi muscolo- scheletrici
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– stanchezza cronica
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– disturbi di sonno
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– problemi gastro-intestinali
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– patologie cardio-vascolari
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– disagio psichico
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Costi economici e organizzativi per le aziende:
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– errori
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– assenteismo/ presenteismo
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– turnover
“La prossima settimana non ci sarà nessuna stressante crisi. La mia agenda è già piena.”
Henry Kissinger
Il livello tollerabile di stress è molto soggettivo e varia da una persona ad un’altra perciò nelle valutazioni non possiamo permetterci delle generalizzazioni. Ogni persona reagisce agli stressors diversamente e ognuno utilizza le strategie per affrontarlo utilizzando le proprie risorse personali.
Tra le risorse personali possiamo considerare:
- L’immagine di sé,
- L’autostima,
- Gli atteggiamenti nei confronti della realtà,
- La fiducia nelle proprie capacità,
- Le abilità relazionali,
- Le doti intellettive (Laudadio, Fiz, Perez, 2011).
“La più grande arma contro lo stress è la nostra capacità di scegliere un pensiero piuttosto che un altro.”
William James
7 step per combattere il distress e non permettere la sua cronicizzazione:
- Aumentare la propria autostima e la fiducia nelle proprie capacità. L’autostima distorta ha come effetto una comunicazione passiva e rinunciataria o aggressiva. Questi due tipi di comunicazione non contribuiscono alle buone relazioni con gli altri e spesso generano conflitti.
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Migliorare le proprie capacità comunicative. Grazie alla comunicazione assertiva possiamo far valere i nostri diritti rispettando noi stessi e gli altri.
- Mantenere un buon equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa. Per un corretto equilibrio personale occorre mantenere in equilibrio gli aspetti identitari e quelli del ruolo. La totalità dei propri desideri, aspirazioni, bisogni, motivazioni e sogni, non potranno mai totalmente essere soddisfatti dalla sola dimensione lavorativa. Occorre prendersi un momento per sé anche durante la giornata lavorativa e non rimandarlo solo ai weekend e alle ferie.
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Coltivare buone relazioni con gli altri. Influenzano direttamente le cause di stress – effetto preventivo; sono le misure di rimedio – effetto curativo; moderano l’azione dei fattori di stress – effetto tampone. LA MANCANZA DEL SUPPORTO SOCIALE è in correlazione positiva con lo stress e la sindrome di burnout.
- Acquisire la modalità di gestire conflitti in modo costruttivo. NON E’ POSSIBILE VIVERE SENZA CONTRASTI, CONFLITTI – ABBIAMO UNICA POSSIBILITA’, CIOE’ IMPARARE A GESTIRLI.
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Accrescere la propria resilienza. Resilienza è una capacità che consente alle persone di reagire alle avversità e di risollevarsi producendo risposte flessibili che si adattano alle circostanze. Essere resilienti non significa essere infallibili, ma disposti al cambiamento se necessario e accettare di poter sbagliare e di correggere la rotta.
- Imparare ad utilizzare le strategie di coping in modo coretto. Coping centrato sul problema – Il problema viene analizzato per comprenderlo meglio; viene elaborato e seguito un piano d’azione. Coping centrato sulle emozioni – si cerca di cambiare prospettiva; si tenta di guardarla da un altro punto di vista cercando di vedere il lato positivo; si può concludere che non tutto il male viene per nuocere; ci si concentra sulle cose veramente importanti della vita.
Bibliografia:
- Karasek, R.A. (1979). Job demands, job decision latitude, and mental strain: Implications for job redesign. Administrative Science Quarterly, 24(2), 285-308.
- Laudadio, A. & Fiz Pèrez, F. J. (2011). Colpire lo stress: il coping. Teorie, ricerche e s Milano: Franco Angeli.
- Sarchielli, G. (2003). Psicologia del lavoro. Bologna: Mulino/ Manuali.